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Quanto cibo sprechiamo?

12/2017

La FAO stima che ogni anno si gettano via 200-300 chili di cibo pro-capite, circa un terzo della produzione totale, dei quali circa l’80% sarebbe ancora consumabile. E’ stato inoltre calcolato che con il cibo gettato nella spazzatura si potrebbero alimentare 2 miliardi di persone.

In Europa, la quantità ammonta a 89 milioni di  tonnellate, ovvero a una media di 180 kg pro capite.

Nel nord del mondo si acquista e si produce troppo cibo.
Nel Sud del mondo, invece, il cibo si spreca per mancanza di infrastrutture adeguate, di strumenti per la conservazione e di trasporto in tempi brev
i.
 

La perdita è già rilevante nella semina, il deficit aumenta nella trasformazione a causa di normative, standard agricoli ed il malfunzionamento delle infrastrutture di trasporto e stoccaggio; si amplifica poi nella trasformazione industriale e distribuzione. Tuttavia il maggior spreco avviene proprio tra le mura domestiche dove chili e chili di alimenti vengono sciupati; generalmente si creano scarti per la mancata consumazione di un pasto sovrabbondante, per l’errata lettura di una data di scadenza e per la mancanza di comprensione del metodo di preparazione e/o conservazione del prodotto.

cibo sprecato

Bisogna pensare che a fronte dei miliardi di tonnellate di cibo gettato nella  spazzatura, c’è un miliardo di persone al mondo che non ha  accesso a sufficienti risorse alimentari.

Il 30% della terra destinata all’agricoltura infatti viene utilizzata per produrre cibo che non arriva mai a destinazione!!! Lo spreco genera quindi anche un’insensata pressione sulle risorse naturali, sulla terra e sul clima; produrre troppo significa usare più energia e materie prime del necessario. Il consumo di risorse idriche superficiali e freatiche è di circa 250 km cubici, l’equivalente del flusso annuale del fiume Volta o tre volte il volume del lago di Ginevra. Infine lo spreco alimentare è responsabile di circa il 5% delle emissioni che causano il riscaldamento globale e del 20% della pressione sulla biodiversità.  

Come sopracitato, in Europa, la quantità ammonta a 89 milioni di  tonnellate, ovvero a una media di 180 kg pro capite.  

spreco alimenti

I più spreconi sono gli olandesi (541 kg/persona!!!!!!!!!) a cui seguono l’Inghilterra con 110  kg a testa, Italia (108 kg), Francia  (99 kg), Germania (82 kg); la Svezia, il paese più virtuoso, spreca “solo” 72 kg di cibo pro-capite. Il 42% degli sprechi alimentari in Europa avvengono tra le mura di casa – precisa  Francesco Mele, responsabile della campagna contro lo spreco alimentare di Slow Food Italia.

In Italia secondo  il Barilla Center for Food and Nutrition ogni anno finiscono tra i  rifiuti dai 10 ai 20 milioni di tonnellate di prodotti alimentari,  per un valore di circa 37 miliardi di euro. Un costo di 450 euro all’anno per famiglia!!! Cibo che basterebbe a sfamare, secondo la  Coldiretti, circa 44 milioni di persone. Secondo l’Osservatorio sugli sprechi, a livello domestico in Italia si sprecano mediamente il 17% dei prodotti ortofrutticoli  acquistati, il 15% di pesce, il 28% di pasta e pane, il 29% di  uova, il 30% di carne e il 32% di latticini.

BUONE NOTIZIE

Nel 2016 la Francia si è ufficialmente dotata della sua legge contro lo spreco alimentare che impedisce alle grandi catene alimentari di gettare cibo o di rendere le derrate invendute non più consumabili. La norma si rivolge ai supermercati di almeno 400 metri quadrati (quindi, di grandi dimensioni) e li obbliga a girare alle organizzazioni caritatevoli il cibo prossimo alla data entro la quale è “preferibile” consumarlo, oppure a trasformarlo in mangime per gli animali o ancora in compost. Per far sì che ciò accada davvero, si prevede un obbligo di accordo con le organizzazioni e la mancata definizione di questi protocolli può costare fino a 75mila euro di multa o due anni di reclusione.

Anche in Italia nel 2016 è stata approvata una legge in questa direzione, anche se in realtà in Italia si prevede solo una semplificazione burocratica per la donazione degli alimenti. Le cessioni gratuite di eccedenze alimentari da parte degli operatori del settore alimentare devono essere destinate in via prioritaria al consumo degli indigenti, mentre le eccedenze non più idonee al consumo possono essere cedute per il sostegno vitale di animali e per altre destinazioni, come il compostaggio. Il Legislatore italiano ha dunque disciplinato la materia della lotta allo spreco alimentare in funzione solidaristica attraverso incentivi fiscali e semplificazione burocratica, privando la normativa di qualsiasi apparato sanzionatorio.

Tuttavia, da circa un anno, nei supermercati  possiamo trovare un bancone dedicato al cibo in scadenza che viene venduto scontato generalmente del 40/50%; un’iniziativa che trovo molto intelligente e che va nella giusta direzione (soprattutto per quanto riguarda i prodotti caseari freschi). 

Cosa fare…

Per invertire la rotta e combattere lo spreco bisogna quindi comprenderne con chiarezza le cause e chiedere a tutti gli attori coinvolti, dai produttori alle istituzioni, dai cittadini ai distributori, di impegnarsi per rompere gli schemi esistenti.

Come citato in tutti i miei articoli, Tutti Noi possiamo far qualcosa per invertire questa tendenza ed impegnarci ogni giorno contro questo modello consumista a cui siamo abituati e diventare dei consumatori consapevoli e moderati.

 alimenti spreco

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